DOPO SEI ANNI DI ASSENZA DAL SET GIUSEPPE DE SANTIS REGISTA E PRODUTTORE

dal corriere (4 Novembre 1971) 24 Marzo 1972)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Ciacchista

    Group
    Member
    Posts
    79
    Reputation
    +1

    Status
    DOPO SEI ANNI DI ASSENZA DAL SET GIUSEPPE DE SANTIS REGISTA E PRODUTTORE

    png

    NELLA ''GIORNATA DI DOLORE DELL'AVV. ARCUNI'' IL REGISTA DISEGNA LA FIGURA DI UNO SPIETATO ARRIVISTA - FRA GLI INTERPRETI FEMI BENUSSI, CAPOLICCHIO, HOFFMAN, CHECCHI, GARRANI E CUCCIOLA
    ROMA, 3 NOVEMBRE
    ''E' vero, torno alla macchina da presa dopo sei anni, cioè dopo il film Italiani brava gente, ma ciò non significa un mio ritorno al cinema, da cui invece non mì sono mai allontanato. Per quattro anni abbiamo lavorato a due grossi progetti da realizzare in coproduzione con l'estero, ma che sono sfumati per difficoltà d'intesa e per il nostro rifiuto a compromessi. Proprio per superare questo genere di difficoltà io e Giorgio Salviorii abbiamo deciso di diventare produttori, oltre che' autori e sceneggiatori - e io regista - di un nuovo film, al quale speriamo di farne seguire altri. La formula è rischiosa ma mi sembra l'unica capace di eliminare ogni diaframma di condizionamento e consentire la maggiore libertà possibile di espressione. E funziona, tanto è vero che abbiamo trovato la piena solidarietà di attori e tecnici pronti a lavorare a condizioni eccezionali''. Questo, in breve, il discorso che ci fa Giuseppe De Santis, il regista di Riso amaro, Non c'è pace tra gli ulivi, Roma ore 11, Un marito per Anna Zaccheo. Giorni d'amore, per citare alcune delle sue opere, ora impegnato a dirigere La giornata di dolore dell'avv. Arcuni.
    IL MOSTRO
    ''E' una storia temporalmente racchiusa in un arco di 24 ore da un'alba a quella del giorno successivo, perché narrata per gran parte, in flash-back - dice De Santis. - E' la storia di un arrampicatore sociale che nella sua scalata al potere condotta . senza remore di sorta diventa un mostro per circostanze che sono al di fuori di lui ma all'interno del mondo che lo circondai un mondo intriso di conformismo, di ipocrisia, d'una concezione familiare di tipo feudale. Un mostro si nasconde in ciascuno di noi; sono le condizioni oggettive che, a seconda della scelta che l'individuo compie, possono condurlo a vivere in modo snaturato e crudele o civile ed umano, in altre parole, la vicenda intende adombrare che se il paese è mutato nelle strutture industriali e nelle condizioni di benessere lo individuo non ha tenuto il passo, non è cambiato nella stessa misura delle strutture''
    Chiarito così il significato del film, entriamo con il regista in una chiesa ricostruita in teatro di posa e adorna di fiori bianchi per una cerimonia nuziale, dove assistiamo ad una discussione, che, diventata alterco, degenererà in delitto fra il distinto avvocato Arcuni (Lino Capolicchio) e il sacerdote don Marco (Robert Hoffmann). Il film si apre appunto su don Marco trovato ucciso in chiesa una mattina. Di quale buia vicenda è la conclusione di quel delitto? Ecco, in sintesi, uno sguardo al passato. Figlio di un oscuro capostazione (Andrea Checchi), l'avv. Aretini è un arrampicatore senza scrupoli: diventato consigliere comunale con aspirazioni al seggio di sindaco, dì una grossa città del Lazio, sposa Lucietta (Femi Benussi, l'attrice di Rovigno d'Istria dilettante di astrologia e chiromanzia) perché quelle nozze con la figlia, del commendatore (Ivo Garrani): potente boss dell'edilizia, gli è utile alla scalata. Unitosi in rito alla ragazza, nonostante la consapevolezza di non essere virile, Arcuni spende tutte le sue doti di uomo attraente, simpatico astuto, nel convincere, quasi plagiandola, la sposina innamoratissima di lui ad accettare quel matrimonio non consumato. Chi non si convince - pur essendo all'oscuro della' verità - è il commendatore che esige una discendenza da inserire nel suo impero familiare ed edilizio. Giunto al limite estremo della menzogna, l'avvocato si reca ad esporre la propria situazione ed a chiedere consiglio, in confessione, al migliore suo amico, don Marco. Non diremo come, consenziente Lucietta, Arcuni riesca a farle avere una figlia della quale egli non è padre . Diremo , invece che, il giorno in cui don Marco, deciso ad abbandonare il sacerdozio ed a farsi una famiglia, espone il suo proposito ad Arcuni, questi, timoroso che il proprio segreto non più protetto dal segreto della confessione venga in luce, finisce per uccidere il prete. La contorta sua mentalità lo spinge poi a indirizzare le indagini verso la colpevolezza di un bizzarro tipo di disoccupato pugliese, Nicola (Riccardo Cucciolla) che, assillato dai bisogni della famiglia, moglie e due figli, si comporta da disperato, dirottando un autobus e compiendo altri gesti strambi. Nicola ha però l'intuizione della colpevolezza di Arcuni e, salito sull'ultimo piano di un palazzo altissimo, minaccia di gettarsi giù se non lo faranno parlare con l'avvocato. Una volta a confronto, gli espone brutalmente il suo ricatto: lui, disoccupato, è pronto a subire la condanna e la galera per il delitto di Arcuni purché costui s'impegni a mantenere la sua famiglia e a far studiare i suoi figli. Così, in un torbido compromesso, Arcuni salva la propria situazione familiare e le prospettive di carriera. «Negli altri tuoi film - osserviamo a De Santis - ti sei ispirato all'ambiente specialmente contadino o operaio. Come mai questa volta affronti il tema della borghesia?». ''E' una borghesia, sì, ma di radici umili - precisa l'autore regista. - Arcuni è figlio di un ferroviere don Marco è di una famiglia di contadini veneti, il commendatore è un ex-capomastro. Dunque, una borghesia di estrazione operaia o contadina, presa dall'ansia della conquista sociale''.
    ALBERTO CERETTO

    4 MARZO 1972



    png
     
    Top
    .
0 replies since 20/4/2017, 15:44   58 views
  Share  
.