NELLA CITTÀ' L'INFERNO (1959) di Renato Castellani - recensione del film

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  1. cinemaitaliano
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    Nella città l'inferno (1959) di Renato Castellani, merita una particolare menzione perchè è il primo film italiano del sottogenere cinematografico comunemente definito 'Women in prison' o WIP, che negli anni settanta conoscerà la sua vera e propria esplosione connotandosi di un marcato erotismo.
    Qui siamo invece ancora sul terreno del neorealismo, corrente della quale il regista Castellani fu un esponente minore, bollato dalla critica come neorealista 'rosa', per l'eccesso di sentimentalismo presente nelle sue opere, come Due soldi di speranza.
    Nella città l'inferno infatti non scivola su quel terreno patinato e si mantiene saldamente su quello di un affresco ben riuscito di un microuniverso carcerario femminile, in particolare quello della prigione delle Mantellate, a quel tempo distaccamento di Regina coeli.
    La sceneggiatura, firmata da Suso Cecchi D'Amico, la quale trascorse come ospite molto tempo in carcere per trarne 'ispirazione, è tratta da un romanzo autobiografico dal titolo Roma , via delle Mantellate , ed evidentemente quell'approccio antropologico ebbe successo, perchè lo script è credibile nei dialoghi, con figure minori come quella di Moby Dick o della contessa, tratteggiate benissimo e capaci di arricchire di colore ed umanità la carrellata di figure presenti fra le sbarre...[segue]

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